
NUDI - le ombre della violenza sulle donne
Premio 8 marzo Provincia di Parma Assessorato Pari Opportunità
Finalista Loro del Reno Teatri di Vita

scritto e interpretato da Bernardino Bonzani, Monica Morini
da un progetto di Elisabetta Musi
ricerca Bernardino Bonzani, Monica Morini, Elisabetta Musi
video Alessandro Scillitani
progetto luci Lucia Manghi
collaborazione tecnica Andrea Alfieri
collaborazione scenografica Franco Tanzi, Paola Villani
collaborazione alla ricerca Centro Antiviolenza di Parma, Associazione Nondasola di Reggio Emilia
La recensione di Valeria Ottolenghi
… Bravi Monica Morini e Bernardino Bonzani. Moltissimi gli applausi carichi anche di solidarietà, commozione, coinvolgimento emotivo…
…brevi scene con Monica Morini e Bemardino Bonzani che mutano continuamente i loro personaggi, rendendo evidenti, anche con passaggi di dolorosa immedesimazione, i meccanismi della tensione nata spesso dal nulla, motivazioni pretesto per l’aggressività irrazionale di lui e il tremore, gli assurdi sensi di colpa di lei…
… Particolarmente toccanti alcuni momenti di smarrimento, di spavento di lei. Ma ben costruite anche alcune situazioni che sintetizzano altri pensieri e stati d’animo, a volte contraddizioni all’interno del mondo femminile: la moglie che protegge il marito, la madre che difende il figlio, ancora più profonde allora le ferite in chi, dopo la violenza, l’aggressione, avverte più vasta la solitudine, difficile pensare con serenità e fiducia al futuro…
… Bravi Monica Morini e Bernardino Bonzani. Moltissimi gli applausi carichi anche di solidarietà, commozione, coinvolgimento emotivo…
…brevi scene con Monica Morini e Bemardino Bonzani che mutano continuamente i loro personaggi, rendendo evidenti, anche con passaggi di dolorosa immedesimazione, i meccanismi della tensione nata spesso dal nulla, motivazioni pretesto per l’aggressività irrazionale di lui e il tremore, gli assurdi sensi di colpa di lei…
… Particolarmente toccanti alcuni momenti di smarrimento, di spavento di lei. Ma ben costruite anche alcune situazioni che sintetizzano altri pensieri e stati d’animo, a volte contraddizioni all’interno del mondo femminile: la moglie che protegge il marito, la madre che difende il figlio, ancora più profonde allora le ferite in chi, dopo la violenza, l’aggressione, avverte più vasta la solitudine, difficile pensare con serenità e fiducia al futuro…
TEATRO: OMBRE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE IN SCENA A REGGIO
di Bruno Cancellieri
(ANSA) - REGGIO EMILIA, 21 MAR - Ogni giorno si parla e si scrive di uomini violenti, di bruti, di stupratori, ma non ci
si diffonde molto sulle loro vittime, le donne. Eppure in tante situazioni e' il genere femminile quello che soccombe e la situazione tende a peggiorare. Parola di Monica Morini, coautrice e interprete di 'Nudi. Le ombre della violenza sulle donne', presentato nella mattina (con replica in serata) al teatro Cavallerizza di Reggio Emilia.
A sipario chiuso l'attrice rimane in palcoscenico col partner Bernardino Bonzani, entrambi Premio Ustica 2003 per il teatro di impegno civile e sociale, e inizia un dialogo col pubblico. 'Nudi. Le ombre della violenza sulle donne' e' una messinscena non facile, con alcuni momenti nei quali la crudezza dei gesti e soprattutto del linguaggio e' sferzante. Seguendo un testo quasi interamente basato su agghiaccianti ritagli di cronaca nera e giudiziaria, la protagonista e' in un quadro la giovane vittima dell'incesto paterno, nel successivo la moglie
costretta a subire le violenze del marito, in un altro la ragazza 'colpevole' di uscire la sera perche' provoca in tal modo i bassi istinti dell'uomo. Monica Morini e' chiamata cosi' ad una prova di grande impegno, avvolta nella calzamaglia e in un abito neri che la rendono, secondo i momenti, disperata, sottomessa, provocante. Notevole e' il suo affiatamento con Bonzani, che fornisce a sua volta un'ottima prova in diverse parti, dal brigadiere che raccoglie la denuncia della ragazza violata dal padre, derubata di tutti i suoi sogni di adolescente, al marito violento, al magistrato indulgente, alla mamma che difende ad oltranza il figlio stupratore incolpando le donne, che da vittime divengono in tal modo cause delle violenze.
'Nudi' e' anche uno spettacolo multimediale in cui la coralita' dei casi messi in scena interagisce con le riprese video di Alessandro Scillitani contribuendo da un lato ad imprimere dinamismo alla narrazione e dall'altro a portare il contributo di drammatiche testimonianze. Il lavoro e' scritto e diretto dai due interpreti con la collaborazione di Scillitani, Elisabetta Musi, Lucia Manghi, Andrea Alfieri, Franco Tanzi, Paola Villani. La produzione e' del Teatro dell'Orsa di Reggio Emilia, compagnia fondata dai due protagonisti di 'Nudi'. Bonzani e la Morini, oggi, erano dunque davanti al loro pubblico piu' affezionato lavorando, tra l'altro, al Teatro Regio di Reggio Emilia dove Monica Morini e' direttrice artistica, dopo aver recitato col Teatro delle Briciole e il Teatro Gioco Vita. Lo spettacolo sulla violenza alle donne, vincitore del Premio 8 Marzo della Provincia di Parma, e' finalista del Premio Loro del Reno - Teatri di Vita. Organizzato in collaborazione con le associazioni Donneinsieme e Nondasola di Reggio Emilia e col Centro Antiviolenza di Parma, ha avuto ospite stamane nel dibattito Alessandra Campani di Nondasola. L'operatrice ha spiegato che la Casa della donna di Reggio Emilia, attiva dal 1997, ha assistito oltre duemila donne, il 90% delle quali vittima di violenze in famiglia. (ANSA).
Rapite, violentate, picchiate come tamburi, ricattate sessualmente. E sempre più spesso, come atto dovuto, anche il dettaglio efferato, la firma splatter a suggellare il disprezzo per quel corpo di donna. Cronaca di tutti i giorni, che si accanisce in ricostruzioni psico-criminologiche specie quando la vicenda ha il sapore del giallo, del noir. Quotidianamente si ripetono episodi di straordinaria disumanità che le leggi perverse dell’audience contribuiscono a ridurre all’insignificanza, a rendere ordinari, senza presa, privi di ascolto. E così il sonno della ragione, del senso critico, dell’indignazione, produce insensibilità mostruose, incapaci di ribellarsi, di immaginare ed esigere una convivenza diversa. Un lavoro teatrale che si propone con un forte impatto emotivo, affidato a volte a toni provocatori e che chiede allo spettatore di attraversare i luoghi e gli umori della violenza, di lasciarsi attraversare dai vissuti di corpi abusati, dilaniati, repressi, di avvertire fino in fondo la propria condizione disperata. Nudi di fronte al male: senza difese e senza alibi.
Lui non poteva ammettere che una persona si dilatasse oltre i confini che le aveva fissato […]. Sì, lui è malvagio, anche se oggi non si deve dire malvagio, si può solo dire malato, ma che genere di malattia è quella che fa soffrire gli altri e il malato no?
I. Bachmann, Il caso Franza
Liti, discussioni. Normali vicissitudini nel rapporto di coppia. Poi ogni tanto gesti e parole “sopra le righe”. Eccezioni: possono capitare. Da lì la sensazione che si vada via via perdendo la misura di quanto è tollerabile. D’altra parte una reazione tanto violenta è la conseguenza di una provocazione altrettanto aggressiva… o no?!
La vita di coppia continua, tra schiaffi e carezze. Ma quello che non si vede sono i confini che vanno sbiadendo: cosa ho fatto per meritarmi questo? Se accade è perché in qualche modo l’ho voluto. Prima non era così, non ero così… Devo chiedere aiuto… ma se non mi credessero? Se avesse ragione lui e il problema è solo mio, del mio carattere, dei cambiamenti degli ultimi tempi… E poi la gente…, le nostre famiglie…, cosa direbbero? Direbbero che mi sono sbagliata, che dovevo pensarci prima, che è questo il mio posto… Ma io…, io, cosa voglio? Cosa è giusto secondo me? Riesco ancora a decidere, a desiderare qualcosa per me, per il mio futuro…, un futuro diverso? Non so, forse non so più nemmeno pensare…
L’insidia più sottile della violenza, della violenza alle donne in particolare, è che essa si insinua silenziosa tra le trame ordinarie della vita domestica (di 6 milioni 743 mila donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita, il 14.3% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale all’interno della relazione di coppia – da un partner o da un ex partner – il 24,7% da un altro uomo. Fonte ISTAT 2006) o delle relazioni di conoscenza. Là dove non ci si aspetterebbe che un compagno, un amico, un marito possa trasformarsi da confidente a carnefice.
Lo sconcerto gioca una funzione paralizzante e nel vortice identitario che a volte non ha nemmeno il tempo di manifestarsi (chi è lui? Lo stesso di prima? Un altro? E come ho fatto a non immaginare? A non accorgermi, io…? O forse sono io che ho travisato…, capito male…), le spore della violenza hanno già attecchito, i tentacoli immobilizzato, la vergogna ammutolito.
La violenza fisica è spesso al centro di una violenza psicologica minuziosamente costruita da parte dell’aguzzino. Una violenza subdola che tiene in trappola, imbavaglia.
Difficile liberarsi. Specie se la spettacolizzazione mediatica rischia di legittimarne - seppur involontariamente - il ricorso, esponendo le donne a descrizioni spietate e liquidando rapidamente i colpevoli con giudizi sommari e in fondo poco esplorativi.
Quotidianamente si ripetono episodi di straordinaria disumanità che le leggi perverse dell’audience contribuiscono a ridurre all’insignificanza, a rendere ordinari, senza presa, privi di ascolto. E così il sonno della ragione, del senso critico, dell’indignazione, produce insensibilità mostruose, incapaci di ribellarsi, di immaginare ed esigere una convivenza diversa.
info
TeatrO dell'Orsa www.teatrodellorsa.com e-mail orsa@teatrodellorsa.com
Reggio Emilia tel/fax 0522 374135 – 335 5413580
Gli spettacoli del TeatrO dell’Orsa nascono da una ricerca sui linguaggi teatrali e sui materiali storici e di memoria. Prendono vita e forma grazie al continuo intrecciarsi con il lavoro di ricerca musicale dei musicisti Davide Bizzarri, Claudia Catellani e Giovanni Cavazzoli che collaborano in fase drammaturgica ed eseguono dal vivo le musiche. Nel 2003, nell’ambito di Premio Scenario, il più importante riconoscimento teatrale nazionale riservato alle nuove compagnie, riceve il Premio Ustica per il Teatro di impegno civile e sociale per lo spettacolo Cuori di Terra – Memoria per i sette fratelli Cervi. Lo spettacolo è accolto in importanti Festival e realizza oltre 100 repliche sul territorio nazionale.
In seguito vengono Progetto Memoria e lavoro - R60 Ballata operaia sul tema del lavoro, Nilde. Una donna della Repubblica sulla figura di Nilde Iotti, Vivere ancora, voci dal filo spinato e numerosi lavori a progetto, sul tema della memoria e del teatro civile, ma anche recital letterari e poetici (La voce dei libri, Pedalando Zavattini, Convivium, Fole da osteria, Alì dagli occhi azzurri, Racconti alla corte di Matilde, Di gemme e tempesta).
Nel 2007 la compagnia riceve il Premio 8 marzo della Provincia di Parma, e con il contributo inizia il progetto sul tema della violenza alle donne che sfocia nello spettacolo Nudi, le ombre della violenza sulle donne, con la collaborazione video di Alessandro Scillitani.
Nel 2009 il Teatro dell’Orsa vince il concorso I Teatri del Sacro indetto da Federgat / Eti Roma con lo spettacolo Il Vangelo visto da un cieco di Giampiero Pizzol.
Nell’ambito del teatro ragazzi, il Teatro dell'Orsa opera con una esperienza che si forma agli inizi degli anni ’90 con il lavoro di narrazione nelle biblioteche e con i registi Marco Baliani, Letizia Quintavalla, Bruno Stori e con il Teatro delle Briciole e Teatro Gioco Vita. In seguito vengono realizzate numerose narrazioni spettacolo rappresentati nei circuiti nazionali (Rodarissimo, Bambino Bisonte, Racconti della Buonanotte, L’acciarino magico produzione Europa Teatri). Le nuove produzioni di teatro ragazzi, si avvalgono della collaborazione con Teatro Immagine di Franco Tanzi, mimo, regista, scenografo e costruttore di macchine teatrali.
La compagnia si occupa di formazione teatrale con giovani e adulti, dal 2003 al 2006 conduce laboratori teatrali con i detenuti della Casa Circondariale di Reggio Emilia.
Dal 2002 collabora e organizza la stagione teatrale del Teatro Re Giò di Reggio Emilia, nel 2007 organizza la rassegna di spettacoli per l’infanzia nei castelli della Provincia di Modena. Dal 2006 collabora con l’Istituzione delle Scuole d’Infanzia e Nidi di Reggio Emilia nella formazione di genitori e insegnanti sulla narrazione teatrale e nell’organizzazione dell’evento ReggioNarra, giunto alla IV° edizione.
Nel 2009 vince il concorso I Teatri del Sacro indetto da Federgat Roma con il lavoro Il Vangelo visto da un cieco.
Si è formato all’interno del Teatro Europa di Parma e si è perfezionato frequentando laboratori e seminari condotti da maestri riconosciuti in campo internazionale (Danio Manfredini, Michele Abbondanza, Zigmunt Molik, Ghennadi Bogdanov, Ahmed Ben Dhiab, Judith Malina, Gabriella Bartolomei tra altri). Ha partecipato a numerosi spettacoli, che spaziano dal teatro comico a quello di ricerca, anche con i registi Bruno Stori e Marco Baliani. Dal 1991 contribuisce all’allestimento di spettacoli, all’organizzazione di rassegne, seminari e laboratori teatrali nell’ambito del Teatro Europa. E’ anche autore di testi teatrali che poi dirige in veste di regista con propri allievi o interpreta come attore. Ha condotto, in veste di formatore teatrale e regista, per tre anni consecutivi, il laboratorio di teatro con i detenuti del carcere di Reggio Emilia e svolge anche l’attività di formatore teatrale per giovani e adulti.
Nel 2009 vince il concorso I Teatri del Sacro indetto da Federgat Roma con il lavoro Il Vangelo visto da un cieco.
di Bruno Cancellieri
(ANSA) - REGGIO EMILIA, 21 MAR - Ogni giorno si parla e si scrive di uomini violenti, di bruti, di stupratori, ma non ci
si diffonde molto sulle loro vittime, le donne. Eppure in tante situazioni e' il genere femminile quello che soccombe e la situazione tende a peggiorare. Parola di Monica Morini, coautrice e interprete di 'Nudi. Le ombre della violenza sulle donne', presentato nella mattina (con replica in serata) al teatro Cavallerizza di Reggio Emilia.
A sipario chiuso l'attrice rimane in palcoscenico col partner Bernardino Bonzani, entrambi Premio Ustica 2003 per il teatro di impegno civile e sociale, e inizia un dialogo col pubblico. 'Nudi. Le ombre della violenza sulle donne' e' una messinscena non facile, con alcuni momenti nei quali la crudezza dei gesti e soprattutto del linguaggio e' sferzante. Seguendo un testo quasi interamente basato su agghiaccianti ritagli di cronaca nera e giudiziaria, la protagonista e' in un quadro la giovane vittima dell'incesto paterno, nel successivo la moglie
costretta a subire le violenze del marito, in un altro la ragazza 'colpevole' di uscire la sera perche' provoca in tal modo i bassi istinti dell'uomo. Monica Morini e' chiamata cosi' ad una prova di grande impegno, avvolta nella calzamaglia e in un abito neri che la rendono, secondo i momenti, disperata, sottomessa, provocante. Notevole e' il suo affiatamento con Bonzani, che fornisce a sua volta un'ottima prova in diverse parti, dal brigadiere che raccoglie la denuncia della ragazza violata dal padre, derubata di tutti i suoi sogni di adolescente, al marito violento, al magistrato indulgente, alla mamma che difende ad oltranza il figlio stupratore incolpando le donne, che da vittime divengono in tal modo cause delle violenze.
'Nudi' e' anche uno spettacolo multimediale in cui la coralita' dei casi messi in scena interagisce con le riprese video di Alessandro Scillitani contribuendo da un lato ad imprimere dinamismo alla narrazione e dall'altro a portare il contributo di drammatiche testimonianze. Il lavoro e' scritto e diretto dai due interpreti con la collaborazione di Scillitani, Elisabetta Musi, Lucia Manghi, Andrea Alfieri, Franco Tanzi, Paola Villani. La produzione e' del Teatro dell'Orsa di Reggio Emilia, compagnia fondata dai due protagonisti di 'Nudi'. Bonzani e la Morini, oggi, erano dunque davanti al loro pubblico piu' affezionato lavorando, tra l'altro, al Teatro Regio di Reggio Emilia dove Monica Morini e' direttrice artistica, dopo aver recitato col Teatro delle Briciole e il Teatro Gioco Vita. Lo spettacolo sulla violenza alle donne, vincitore del Premio 8 Marzo della Provincia di Parma, e' finalista del Premio Loro del Reno - Teatri di Vita. Organizzato in collaborazione con le associazioni Donneinsieme e Nondasola di Reggio Emilia e col Centro Antiviolenza di Parma, ha avuto ospite stamane nel dibattito Alessandra Campani di Nondasola. L'operatrice ha spiegato che la Casa della donna di Reggio Emilia, attiva dal 1997, ha assistito oltre duemila donne, il 90% delle quali vittima di violenze in famiglia. (ANSA).
Dal progetto Nudi di fronte al male
Premio 8 marzo - Provincia di Parma Assessorato Pari OpportunitàRapite, violentate, picchiate come tamburi, ricattate sessualmente. E sempre più spesso, come atto dovuto, anche il dettaglio efferato, la firma splatter a suggellare il disprezzo per quel corpo di donna. Cronaca di tutti i giorni, che si accanisce in ricostruzioni psico-criminologiche specie quando la vicenda ha il sapore del giallo, del noir. Quotidianamente si ripetono episodi di straordinaria disumanità che le leggi perverse dell’audience contribuiscono a ridurre all’insignificanza, a rendere ordinari, senza presa, privi di ascolto. E così il sonno della ragione, del senso critico, dell’indignazione, produce insensibilità mostruose, incapaci di ribellarsi, di immaginare ed esigere una convivenza diversa. Un lavoro teatrale che si propone con un forte impatto emotivo, affidato a volte a toni provocatori e che chiede allo spettatore di attraversare i luoghi e gli umori della violenza, di lasciarsi attraversare dai vissuti di corpi abusati, dilaniati, repressi, di avvertire fino in fondo la propria condizione disperata. Nudi di fronte al male: senza difese e senza alibi.
Tradurre la violenza in domanda di senso e la domanda in coscienza morale
di Elisabetta MusiLui non poteva ammettere che una persona si dilatasse oltre i confini che le aveva fissato […]. Sì, lui è malvagio, anche se oggi non si deve dire malvagio, si può solo dire malato, ma che genere di malattia è quella che fa soffrire gli altri e il malato no?
I. Bachmann, Il caso Franza
Liti, discussioni. Normali vicissitudini nel rapporto di coppia. Poi ogni tanto gesti e parole “sopra le righe”. Eccezioni: possono capitare. Da lì la sensazione che si vada via via perdendo la misura di quanto è tollerabile. D’altra parte una reazione tanto violenta è la conseguenza di una provocazione altrettanto aggressiva… o no?!
La vita di coppia continua, tra schiaffi e carezze. Ma quello che non si vede sono i confini che vanno sbiadendo: cosa ho fatto per meritarmi questo? Se accade è perché in qualche modo l’ho voluto. Prima non era così, non ero così… Devo chiedere aiuto… ma se non mi credessero? Se avesse ragione lui e il problema è solo mio, del mio carattere, dei cambiamenti degli ultimi tempi… E poi la gente…, le nostre famiglie…, cosa direbbero? Direbbero che mi sono sbagliata, che dovevo pensarci prima, che è questo il mio posto… Ma io…, io, cosa voglio? Cosa è giusto secondo me? Riesco ancora a decidere, a desiderare qualcosa per me, per il mio futuro…, un futuro diverso? Non so, forse non so più nemmeno pensare…
L’insidia più sottile della violenza, della violenza alle donne in particolare, è che essa si insinua silenziosa tra le trame ordinarie della vita domestica (di 6 milioni 743 mila donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita, il 14.3% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale all’interno della relazione di coppia – da un partner o da un ex partner – il 24,7% da un altro uomo. Fonte ISTAT 2006) o delle relazioni di conoscenza. Là dove non ci si aspetterebbe che un compagno, un amico, un marito possa trasformarsi da confidente a carnefice.
Lo sconcerto gioca una funzione paralizzante e nel vortice identitario che a volte non ha nemmeno il tempo di manifestarsi (chi è lui? Lo stesso di prima? Un altro? E come ho fatto a non immaginare? A non accorgermi, io…? O forse sono io che ho travisato…, capito male…), le spore della violenza hanno già attecchito, i tentacoli immobilizzato, la vergogna ammutolito.
La violenza fisica è spesso al centro di una violenza psicologica minuziosamente costruita da parte dell’aguzzino. Una violenza subdola che tiene in trappola, imbavaglia.
Difficile liberarsi. Specie se la spettacolizzazione mediatica rischia di legittimarne - seppur involontariamente - il ricorso, esponendo le donne a descrizioni spietate e liquidando rapidamente i colpevoli con giudizi sommari e in fondo poco esplorativi.
Quotidianamente si ripetono episodi di straordinaria disumanità che le leggi perverse dell’audience contribuiscono a ridurre all’insignificanza, a rendere ordinari, senza presa, privi di ascolto. E così il sonno della ragione, del senso critico, dell’indignazione, produce insensibilità mostruose, incapaci di ribellarsi, di immaginare ed esigere una convivenza diversa.
info
TeatrO dell'Orsa www.teatrodellorsa.com e-mail orsa@teatrodellorsa.com
Reggio Emilia tel/fax 0522 374135 – 335 5413580
La compagnia
L’associazione TeatrO dell’Orsa è fondata dagli attori, autori e registi Monica Morini e Bernardino Bonzani.Gli spettacoli del TeatrO dell’Orsa nascono da una ricerca sui linguaggi teatrali e sui materiali storici e di memoria. Prendono vita e forma grazie al continuo intrecciarsi con il lavoro di ricerca musicale dei musicisti Davide Bizzarri, Claudia Catellani e Giovanni Cavazzoli che collaborano in fase drammaturgica ed eseguono dal vivo le musiche. Nel 2003, nell’ambito di Premio Scenario, il più importante riconoscimento teatrale nazionale riservato alle nuove compagnie, riceve il Premio Ustica per il Teatro di impegno civile e sociale per lo spettacolo Cuori di Terra – Memoria per i sette fratelli Cervi. Lo spettacolo è accolto in importanti Festival e realizza oltre 100 repliche sul territorio nazionale.
In seguito vengono Progetto Memoria e lavoro - R60 Ballata operaia sul tema del lavoro, Nilde. Una donna della Repubblica sulla figura di Nilde Iotti, Vivere ancora, voci dal filo spinato e numerosi lavori a progetto, sul tema della memoria e del teatro civile, ma anche recital letterari e poetici (La voce dei libri, Pedalando Zavattini, Convivium, Fole da osteria, Alì dagli occhi azzurri, Racconti alla corte di Matilde, Di gemme e tempesta).
Nel 2007 la compagnia riceve il Premio 8 marzo della Provincia di Parma, e con il contributo inizia il progetto sul tema della violenza alle donne che sfocia nello spettacolo Nudi, le ombre della violenza sulle donne, con la collaborazione video di Alessandro Scillitani.
Nel 2009 il Teatro dell’Orsa vince il concorso I Teatri del Sacro indetto da Federgat / Eti Roma con lo spettacolo Il Vangelo visto da un cieco di Giampiero Pizzol.
Nell’ambito del teatro ragazzi, il Teatro dell'Orsa opera con una esperienza che si forma agli inizi degli anni ’90 con il lavoro di narrazione nelle biblioteche e con i registi Marco Baliani, Letizia Quintavalla, Bruno Stori e con il Teatro delle Briciole e Teatro Gioco Vita. In seguito vengono realizzate numerose narrazioni spettacolo rappresentati nei circuiti nazionali (Rodarissimo, Bambino Bisonte, Racconti della Buonanotte, L’acciarino magico produzione Europa Teatri). Le nuove produzioni di teatro ragazzi, si avvalgono della collaborazione con Teatro Immagine di Franco Tanzi, mimo, regista, scenografo e costruttore di macchine teatrali.
La compagnia si occupa di formazione teatrale con giovani e adulti, dal 2003 al 2006 conduce laboratori teatrali con i detenuti della Casa Circondariale di Reggio Emilia.
Dal 2002 collabora e organizza la stagione teatrale del Teatro Re Giò di Reggio Emilia, nel 2007 organizza la rassegna di spettacoli per l’infanzia nei castelli della Provincia di Modena. Dal 2006 collabora con l’Istituzione delle Scuole d’Infanzia e Nidi di Reggio Emilia nella formazione di genitori e insegnanti sulla narrazione teatrale e nell’organizzazione dell’evento ReggioNarra, giunto alla IV° edizione.
Monica Morini
Attrice e autrice del Teatro dell’Orsa. Riceve il Premio Ustica per il teatro di impegno civile e sociale nel 2003 con Cuori di terra da Associazione Scenario. Ha lavorato in Italia e all’estero con il Teatro delle Briciole, il Teatro Gioco Vita e con il regista e narratore Marco Baliani prendendo parte al progetto I Porti del Mediterraneo dell’ETI. E’ fondatrice del Teatro dell’Orsa con spettacoli per l’infanzia e per il pubblico adulto. Inizia la sua formazione teatrale con Pierre Byland, Hanna Danan e Maria Consagra. Si perfeziona con i maestri Laura Shelen, Esther Ferrer, Cesar Brie, Francis Pardeilhan, Judith Malina, Yoshi Oida, Bruce Myers, Gabriella Bartolomei, Rena Mirecka, Josè Sanchis Sinisterra, Michel Azama, Enrique Vargas, Gabriele Vacis, Antonella Talamonti. E’ laureata con lode in Lettere Moderne presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna. Ha ricevuto il Premio 8 marzo dalla Provincia di Parma. Cura la direzione artistica della stagione del teatro al Re Giò di Reggio Emilia. Conduce da anni un percorso di ricerca sul teatro di narrazione, con corsi rivolti ad attori insegnanti e genitori. Dal 2006 ha dato vita come consulente artistica e formatrice all’evento ReggioNarra, la città delle storie.Nel 2009 vince il concorso I Teatri del Sacro indetto da Federgat Roma con il lavoro Il Vangelo visto da un cieco.
Bernardino Bonzani
Attore, autore e regista, fondatore di Teatro dell’Orsa e di Europa Teatri. Riceve il Premio Ustica per il teatro di impegno civile e sociale di Associazione Scenario nel 2003 con lo spettacolo Cuori di terra. Da voce a diverse forme di espressione teatrale, dal comico al teatro di memoria, ai temi di impegno sociale, al teatro per l’infanzia.Si è formato all’interno del Teatro Europa di Parma e si è perfezionato frequentando laboratori e seminari condotti da maestri riconosciuti in campo internazionale (Danio Manfredini, Michele Abbondanza, Zigmunt Molik, Ghennadi Bogdanov, Ahmed Ben Dhiab, Judith Malina, Gabriella Bartolomei tra altri). Ha partecipato a numerosi spettacoli, che spaziano dal teatro comico a quello di ricerca, anche con i registi Bruno Stori e Marco Baliani. Dal 1991 contribuisce all’allestimento di spettacoli, all’organizzazione di rassegne, seminari e laboratori teatrali nell’ambito del Teatro Europa. E’ anche autore di testi teatrali che poi dirige in veste di regista con propri allievi o interpreta come attore. Ha condotto, in veste di formatore teatrale e regista, per tre anni consecutivi, il laboratorio di teatro con i detenuti del carcere di Reggio Emilia e svolge anche l’attività di formatore teatrale per giovani e adulti.
Nel 2009 vince il concorso I Teatri del Sacro indetto da Federgat Roma con il lavoro Il Vangelo visto da un cieco.